Sono fenomeni descritti in genere da soggetti che hanno ripreso le funzioni vitali dopo aver sperimentato, a causa di gravi patologie o eventi traumatici, condizioni che in genere portano al decesso, come l’arresto cardiocircolatorio o l’encefalogramma piatto, oppure da soggetti che hanno vissuto l’esperienza del coma.
A volte le NDE vengono riferite anche da soggetti che, pur non avendo mai perso le funzioni vitali, hanno corso il rischio di morire, per esempio in seguito a interventi chirurgici o gravi incidenti.
Uno dei primi autori contemporanei a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica per le NDE è lo statunitense Raymond Moody, con il suo libro del 1975 La vita oltre la vita. Al lavoro di Moody fanno seguito alcuni studi sul fenomeno condotti con una particolare attenzione all’obiettività scientifica, fra i quali si segnala un articolo pubblicato su una delle più autorevoli riviste mediche del mondo, “The Lancet”. Si tratta di un saggio dell’équipe olandese coordinata dal cardiologo Pim van Lommel, dal titolo Near-Death Experience in Survivors of Cardiac Arrest: a Prospective Study in the Netherlands (in “The Lancet”, 2001, vol. 358, pp. 2039-2045). L’articolo rappresenta uno studio approfondito su 344 pazienti rianimati – dopo arresto cardiaco – nelle unità coronariche di dieci ospedali olandesi. Di questi 344 pazienti, 62 (il 18% del totale) hanno avuto una NDE, e tutti erano clinicamente morti.
Quali sono le caratteristiche dei resoconti dei tanti testimoni che riferiscono esperienze di pre-morte, riportate nell’articolo di “The Lancet” e in altri analoghi lavori a carattere scientifico? In ciascun resoconto della NDE vi è la chiara consapevolezza di essere morti e il lucido convincimento che non si tratta di un sogno né di un’allucinazione. Molti riferiscono di aver visto il loro corpo dall’alto, disteso nel luogo di un incidente o in ospedale (quest’esperienza è detta OBE = Out of Body Experience).
Un altro elemento comune a un certo numero di testimonianze relative alla NDE è poi il cosiddetto “tunnel oscuro” con un’uscita luminosa che parecchi dicono di aver attraversato dopo l’esperienza autoscopica.
Alla fine del tunnel, alcuni descrivono una luce straordinaria e riferiscono di essersi trovati di fronte a una presenza luminosa e amorevole, identificata con Dio. Spesso il ritorno nel proprio corpo rappresenta un’esperienza dolorosa, perché si tratta di abbandonare una condizione particolarmente felice.
Le ipotesi avanzate dalla scienza per spiegare le NDE sono molteplici: alterazione del lobo temporale; allucinazioni di varia origine, per esempio da anossia (mancanza di ossigeno nel cervello), o da ipercarbia (alterazione da eccesso di diossido di carbonio), da iperventilazione, da ketamina (anestetico), o da endorfine (sostanze eccitanti emesse dal cervello dotate di proprietà simili a quelle della morfina), ecc.
Il limite di queste spiegazioni consiste nel fatto che i casi di NDE riferiti nell’articolo apparso su “The Lancet” e in altre fonti attendibili sul piano scientifico riguardano persone le cui funzioni cerebrali – sottoposte a monitoraggio – sono cessate, con elettroencefalogramma (EEG) piatto. In arresto cardiaco l’EEG diventa piatto, nella maggior parte dei casi, nel giro di 10 secondi dall’inizio della sincope. Dopo che si sono perse le funzioni cerebrali, subentra un periodo di circa 5 minuti durante il quale è possibile recuperare tali funzioni, se la circolazione sanguigna viene riattivata entro quel lasso di tempo; invece, se l’arresto cardiaco si prolunga, il danno diventa progressivamente irreversibile.
Durante una NDE alcuni pazienti, mentre il loro cervello aveva interrotto la sua attività elettrica, hanno visto dall’alto degli eventi relativi, per esempio, alla propria condizione in sala operatoria, descritti nei minimi dettagli e verificabili come realmente accaduti in base ai resoconti di chirurghi e infermieri. I sostenitori dello spiritualismo ne concludono che le ipotesi che attribuiscono a cause naturali le esperienze di pre-morte si dimostrano incapaci di fornire un’accettabile spiegazione del fenomeno.
I materialisti fanno però notare che, pure in presenza di un ECG piatto, possono essere ancora in funzione degli strati profondi del cervello, che consentirebbero comunque delle esperienze mentali su basi fisiche. Il fatto è che, però, ci sono dei casi inesplicabili anche se accettiamo quest’ultima ipotesi. Infatti, certi particolari riferiti dai pazienti non avrebbero potuto essere osservati dalla collocazione spaziale e nelle particolari circostanze in cui i pazienti stessi si trovavano.
Per inquadrare questo fenomeno bisogna necessariamente recuperare una Visione Sistemica in cui corpo, mente e Anima-Spirito sono nuovamente correlati (al di fuori delle religioni).
Solo in questo modo si può valutare una realtà più ampia di quella che può spiegare la fisiologia e si entra cos nel campo della Biofisica Informazionale in cui il recuperò della conoscenza energetica e Spirituale del corpo umano ci aiuta ad acquisire una Consapevolezza dei fatti che altrimenti resterebbero estranei alla nostra conoscenza.
In tutti questi casi si di NDE abbiamo a che fare con una persona che tecnicamente è esanime, il cui significato etimologico è: Senz’anima, senza vita, quindi morto, o svenuto.
Nella morte effettiva si ha lo sganciamento dell’Anima dal corpo fisico a cui si è agganciata al terzo mese di vita intrauterina (Fabbroni R., 2023).
A livello Spirituale le NDE significano che le connessioni energetiche tra l’Anima e il corpo a cui è attaccata si riducono e ciò, a livello fisiologico, esprime lo stato di morte apparente. In realtà vi è uno spostamento di coscienza che porta la Consapevolezza della persona a livello dello Spirito.
In questo modo si accede al mondo astrale o spirituale e si vivono esperienze che potremmo definire anche mistiche.
La Rianimazione, restituzione o ripresa di vitalità, esprime il senso reale di ciò che accade quando si usa ad esempio il defibrillatore, per portare elettricità al cuore per ripristinare così la corretta conduzione elettrica che serve al muscolo per contrarsi.
In questo caso, con la riattivazione cardiaca, le connessioni energetiche a livello animico si riattivano e la consapevolezza della persona viene riportata indietro a livello della coscienza terrena.
All’interno del percorso di Crescita Personale e Spirituale del Metodo Cosmo tali fenomeni son ben spiegati sia da un punto di vista scientifico sia da un punto di vista Spirituale.
Infatti è ad esempio, per noi chiaro perché le persone che hanno ricevuto un trapianto di cuore hanno ricordi della persona da cui lo hanno ricevuto (Fabbroni R., Columbano T., Sanna A., Ondradu K., 2024).
Tutti questi fenomeni sono correlati proprio alla Consapevolezza dell’Anima e di tutti i meccanismi energetici, elettromagnetici o quantistici che si sviluppano nelle varie circostanze.
Solo attraverso una mente aperta al confronto e un cuore aperto alla Verità si può accede alla conoscenza completa di questi fenomeni.
Co-Fondatore Metodo Cosmo
Dott. Roberto Fabbroni
Riferimenti
NDE: l’esperienza di chi ha toccato il limite fra la vita e la morte
Fabbroni R., La Visione Sistemica della vita attraverso la Medicina Integrativa Informazionale. La Creazione della Vita attraverso le Onde Scalari e l’approccio Psiche-Somatico. Rivista Scienze Biofisiche (07/2023), Doi: https://doi.org/10.48274/IBI20
Fabbroni R., Columbano T., Sanna A., Ondradu K., La Coscienza nel Cuore: Cardiologia Energetica e Stato di Consapevolezza Spirituale, Scienze Biofisiche (10/2024), DOI: https://doi.org/10.48274/IBI42