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La Visione Transpersonale in Psicologia

Benché le scuole di inclinazione psicoanalitica e quelle comportamentali-cognitiviste costituiscano i due più importanti paradigmi ancora sostanzialmente dominanti, il tentativo di dare vita ad una Psicologia meno meccanicista e più vicina all’autenticità delle qualità umane più nobili non è certamente nuovo. Le basi per quella che in futuro sarà una completa Psicologia spirituale sono già state gettate da tempo, da quelle raffinate menti che hanno offerto eccezionali contributi in questo ambito. Tra i pionieri della moderna Psicologia va senza dubbio citato William James, che pubblicò un testo (“The Varieties of Religious Experiences“, 1902) nel quale sono riportate importanti osservazioni sui suoi studi relativi alle esperienze mistiche, da lui considerate un sano e naturale impulso psicologico.

Un nome piuttosto celebre anche all’esterno del panorama psicologico attuale, che ha parlato espressamente di un bisogno spirituale dell’uomo, è come abbiamo già visto, quello di Carl G. Jung, che resosi ben presto conto dell’incompletezza del paradigma freudiano, ha arricchito la psicoanalisi classica con una visione che ha incluso ad esempio elementi di filosofia orientale, oltre ad aver offerto una interessantissima visione psicologica dell’alchimia ha esteso i suoi studi anche ai cosiddetti “fenomeni occulti[1]. Si è inoltre avvalso di considerazioni emergenti dalla allora nascente fisica quantistica, ed è giunto a formulare una interessantissima teoria sul fenomeno della sincronicità. La sua Psicologia Analitica ci ha donato importanti concetti come quello di “inconscio collettivo” che, a differenza dell’inconscio personale freudiano, funzionerebbe come un contenitore psichico universale, comune a tutti gli uomini e dimora di quegli Archetipi che guidano l’uomo verso l’individuazione (processo psichico di avvicinamento dell’io al Sé).

Un altro studioso piuttosto citato in questo contesto è Roberto Assagioli, padre della Psicosintesi, che costituisce ancora oggi (almeno nella sua formulazione originaria), una delle forme più raffinatamente spirituali di psicologia. Dopo la presa di distanza che anche lui ha assunto rispetto alle posizioni freudiane, ha insistito sulla vastità del potenziale spirituale umano e sulla relativa spinta interiore ad una luminosa realizzazione umana e transpersonale.

Così egli infatti definiva il suo metodo, rivolto non solo alle persone in cerca di sollievo dal disagio psicologico, ma anche all’individuo desideroso di intraprendere un cammino di ricerca interiore verso una sempre più luminosa autocoscienza: “Un metodo di auto-formazione e realizzazione psico-spirituale per tutti coloro che non vogliono accettare di restare schiavi dei loro fantasmi interiori e degli influssi esterni, di subire passivamente il gioco delle forze psicologiche che si svolge in loro, ma vogliono diventare padroni del proprio regno interiore” (Assagioli, 1927).

Fu uno dei più fervidi sostenitori del potere della volontà[2] e dell’uso dell’immaginazione creativa, nonchè dell’impiego di tecniche meditative come strumento di evoluzione e guarigione.

In aggiunta al concetto di “inconscio collettivo” Junghiano, Assagioli introdusse un modello che prevedeva un “inconscio superiore” e persino un “Sé transpersonale”, come elementi costitutivi della psiche individuale. Forse quest’ultimo elemento è proprio uno dei contributi più importanti che questo autore ci ha donato, rispetto al quale egli affermava “…è uno stato di coscienza che può essere, ed è, sperimentato, vissuto, in certi momenti di elevazione, di uscita dai limiti della consapevolezza ordinaria. In esso si prova un senso di allargamento, di espansione senza limiti, pervaso da intensa gioia e beatitudine. È essenzialmente ineffabile, non esprimibile in parole. Qui si viene a contatto col Mistero, con la Realtà suprema. Di questo non posso parlare; è oltre i confini della scienza, della psicologia. Ma la Psicosintesi può aiutare ad avvicinarsi, ad arrivare a quella soglia, e questo è già molto”.

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Dott. Roberto Fabbroni

Riferimenti

[1] Jung C. G., I fenomeni occulti, Bollati Boringhieri, 1980

[2] Assagioli R., L’atto di Volontà, Ed. Astrolabio – Ubaldini 1977

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